Piccola biografia di un grande castello

Piccola biografia di un grande castello

Piccola biografia di un grande castello

Già nel Codice Bavaro (secc. VII – X) si da’ notizia dell’esistenza, verso la fine del IX secolo, di un “chastrum sancti arcangeli” sul Mons Iovis. Una fortificazione che fece da sfondo e da silente spettatore a intense e tormentate congiure, come la secolare lotta tra Guelfi e Ghibellini, e le contese tra le signorie dei Malatesta e dei Montefeltro.

Il dominio dei Malatesta (1295 – 1500) fu decisivo: il dantesco “Mastin vecchio” presidiò il Castello in occasione del suo passaggio a capo della parte guelfa. Forse è per quest’ultima circostanza che alcuni studiosi hanno ambientato tra le mura del Castello di Santarcangelo il famoso racconto dantesco di Paolo e Francesca.

Fu nei secoli XIV e XV che i Malatesta riuscirono ad acquisire il dominio incontrastato su tutta la vasta area circostante Rimini. E fu soprattutto ad opera di Sigismondo Pandolfo Malatesta che il fortilizio di Santarcangelo assunse, al termine dei lavori nel 1447, la configurazione definitiva che ancora oggi conserva.

Il Castello ha, infatti, subìto nei secoli un netto mutamento per quanto riguarda la sua struttura. Della sua primigenia fisionomia restano solo alcune tracce incastonate nelle mura dell’attuale Castello. Nel 1386 fu innalzato, sulle rovine dell’antico castello e ad opera di Carlo Malatesta, un enorme torrione – detto Mastio – tra i più alti d’Italia, per mettersi al riparo dagli attacchi dei suoi nemici. Fu poi Sigismondo Pandolfo a capitozzare quel torrione e, con il materiale di risulta, a costruire l’attuale struttura del Castello, più adatta a fronteggiare le nuove tecniche militari.

Nel 1462 il Castello fu preso da Federico da Montefeltro, riconquistato da Roberto, figlio di Sigismondo Pandolfo, e messo a ferro e fuoco da Cesare Borgia nel 1498. Caduto anche il Borgia, e abbandonato dai Malatesta, il Castello passò ai Veneziani che lo cedettero alla Santa Sede nel 1505. A partire da quella data, e fino all’Unità d’Italia, fu dato in enfiteusi a vari signori, tra i quali la famiglia Zampeschi, che aprì i grandi finestroni che ancora oggi danno luce alle tre sale al piano della Corte.

Nel 1800 venne acquistato dai conti Baldini, come indica la targa marmorea sulla parete della Corte di fronte all’ingresso. Nel 1880 divenne proprietà della famiglia Massani che trasformò il Castello e il suo circondario in un grande centro agricolo.

Nel 1903 fu acquistato dalla contessa Eugenia Rasponi Murat, nipote della principessa Luisa Giulia Murat, figlia di Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone, e di Gioacchino Murat. Non avendo figli, la contessa Eugenia lasciò il Castello al cugino, conte Giovanni Battista Spalletti Trivelli, nonno della principessa Marina Colonna di Paliano, che lo erediterà definitivamente nel 1992.